Pagelle Milano-Sanremo 2022: Mohoric da brividi, Van Der Poel e Turgis stupiscono, Van Aert e Pogacar non fanno la differenza come avrebbero voluto

Matej Mohoric (Bahrain Victorious), 10: Lo sloveno è stato semplicemente perfetto quest’oggi. Il portacolori del team Bahrain Victorious rimane coperto tutto il giorno grazie anche all’aiuto dei compagni di squadra, scollina il Poggio con i migliori e confeziona il capolavoro in discesa. Il classe 1994, infatti, rischia tanto regalando anche dei brividi ai tifosi seduti sul divano di caso, ma poi sull’Aurelia è strepitoso nel gestire il vantaggio che è riuscito ad accumulare.

Mathieu Van Der Poel (Alpecin-Fenix), 9,5: L’olandese non tradisce mai. Arrivato a fari spenti alla Classicissima dopo i tanti problemi fisici che lo tormentano dalla caduta durante la prova di Mountain Bike a Tokyo 2020, il figlio d’arte risponde subito presente. Tra i migliori salendo verso il Poggio, il vincitore del Fiandre 2020 ha ancora la forza di fare lo sprint per i piazzamenti sul podio raccogliendo una dignitosissima terza piazza. La grinta del classe 1995 è tutta nelle sue dichiarazioni post gara, in cui si lamenta di non aver avuto compagni di squadra al suo fianco per provare a lottare per il successo finale.

Anthony Turgis (TotalEnergies), 9,5: Raccoglie i gradi di capitano della sua squadra dopo il problema meccanico che ha visto coinvolto Peter Sagan e sfiora il colpaccio. Il francese è, infatti, molto coraggioso a lanciarsi all’inseguimento di Matej Mohoric nel finale. Purtroppo per lui deve accontentarsi del secondo posto, ma questa è una grande iniezione di fiducia in vista delle prossime Classiche, per un corridore che migliora anno dopo anno.

Michael Matthews (Team BikeExchange-Jayco), 9: L’australiano manca per un pelo l’appuntamento con il podio per la terza volta in carriera. Abile a rimanere incollato ai primi sulle rampe del Poggio, poi non riesce ad esprimersi al meglio nella volata valevole per i piazzamenti di prestigio chiudendo la corsa in quarta posizione. Il classe 1990 ha comunque il merito di essere tutti gli anni là davanti a provarci.

Wout Van Aert (Jumbo-Visma), 8,5: Il belga era atteso ad una grande prova e sul Poggio non delude, rispondendo in maniera molto pimpante su ogni attacco portato dagli scalatori. Nel finale, però, non si prende le sue responsabilità per andare a chiudere su Mohoric e all’arrivo non ha più le energie per disputare la volata per salire sul podio per la terza volta consecutiva in carriera. Anche oggi comunque il campione nazionale belga ha dato spettacolo come sempre, dimostrandosi uno dei corridori più eclettici in gruppo.

Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), 8: Partito con i favori del pronostico, lo sloveno viene respinto dalla Classicissima. Dopo aver obbligato la sua squadra a fare corsa dura fin dalla Cipressa, il classe 1998 non riesce poi a fare la differenza sul Poggio. Si chiude, quindi, oggi la sua imbattibilità in questo inizio di stagione. Forse quattro scatti in salita dopo oltre 280 chilometri di gara sono troppi anche per il vincitore degli ultimi Tour de France, che ancora deve trovare il punto giusto per riuscire a fare la differenza.

Mads Pedersen (Trek-Segafredo), 8: E pensare che a questa corsa non ci doveva neanche essere! L’ex campione del mondo tiene alta la bandiera della squadra vincitrice dell’ultima edizione della Classicissima. Il sesto posto finale non rende giustizia alla grande generosità del danese che è tra i più attivi nel tentativo di andare a chiudere su Mathej Mohoric. All’esordio oggi ha preso le misure con la corsa e per i prossimi anni si candida ad un ruolo da protagonista.

Søren Kragh Andersen (Team DSM), 8: Ci prova verso la fine del Poggio e quasi sorprende tutti. Anche quest’anno il danese prova ad anticipare i migliori come già fatto l’anno scorso. Il suo scatto ha fatto male a tanti, ma purtroppo non è riuscito a fare la differenza. Sicuramente ci riproverà in futuro.

Davide Formolo (UAE Team Emirates), 8: Simbolo del grande lavoro della squadra, l’azzurro si sacrifica totalmente alla causa del suo amico e compagno di squadra Tadej Pogacar. Il suo ritmo sulla Cipressa è decisivo per selezionare il gruppo che va a giocarsi la vittoria.

Arnaud Demare (Groupama-FDJ), 7,5: Unico dei velocisti “puri” davanti, chiude la corsa in decima posizione. Ancora una volta il vincitore dell’edizione 2016 dimostra di digerire meglio di altre ruote veloci le rampe del Poggio: purtroppo per lui, però, sono sempre di più i corridori che vogliono provare ad anticipare lo sprint e per gli uomini con le sue caratteristiche la Sanremo diventa sempre più dura.

Vincenzo Albanese (Eolo-Kometa), 7: Migliore degli italiani al traguardo. Supportato da un’ottima condizione corre bene sulla Cipressa, mentre non riesce a tenere le prime posizioni del gruppo sul Poggio. Undicesimo sul traguardo di via Roma dimostra di poter ambire nei prossimi anni ad un piazzamento ancora migliore alla Classicissima: dovrà però avere una squadra in grado di supportarlo.

Biniam Girmay (Intermarché-Wanty-Gobert), 7: 12esimo alla prima Sanremo e alla prima Monumento della carriera il giovane eritreo non smette di stupire. Il classe 2000 è ancora molto giovane e i margini di crescita ci sono tutti: attenzione a questo nome per il futuro!

Jos Van Emden (Jumbo-Visma), 7: Nella lunga diretta integrale odierna è il corridore che si prende più inquadrature. È lui, infatti, a tirare il gruppo per buona parte della giornata. Lavoro eccezionale per il cronoman olandese che lascia le prime posizioni del gruppo solo nella zona dei Capi. Chiude la corsa in penultima posizione, ma la sua Sanremo è comunque da applausi.

Giacomo Nizzolo (Israel – PermierTech), 7: Si difende alla perfezione sul Poggio tenendo alte le speranze di tutta Italia. Poi una caduta in discesa vanifica tutto. Peccato: stava facendo una grande gara e nella volata finale avrebbe certamente potuto cercare un ottimo piazzamento e magari salire anche sul podio. Purtroppo però con i se e con i ma, la storia non si fa.

Filippo Ganna (Ineos Grenadiers), 5,5: La febbre nei giorni scorsi può aver inciso sul risultato: il piemontese non entra mai veramente in corsa, stazionando per buona parte della giornata nelle ultime posizioni del gruppo e limitandosi a portare gel e borracce ai compagni di squadra. Tutta Italia si aspetta qualcosa di più dal suo fuoriclasse che nei prossimi anni ci riproverà sicuramente.

Alexander Kristoff (Intermarché-Wanty-Gobert), 5,5: Il norvegese non riesce a finalizzare l’ottimo lavoro del suo team. Il forcing della UAE Team Emirates, la sua vecchia squadra, è troppo anche per lui. Il vincitore dell’edizione 2014 è così costretto a cedere i gradi di capitano al giovane Girmay.

Tom Pidcock (Ineos Grenadiers), 5: Atteso da molti come possibile mina vagante di questa edizione della Classicissima, si stacca sul Capo Berta, a meno di 40 km dalla conclusione. Una prestazione deludente per il britannico: per lui probabilmente non ha pagato la scelta di non correre nessuna delle due gare di avvicinamento alla prima Monumento dell’anno.

Peter Sagan (TotalEnergies), sv: La sfortuna toglie dai giochi per la vittoria il tre volte campione del mondo: un problema meccanico, infatti, poco prima della Cipressa gli fa perdere molto terreno. In salita compie un grande sforzo per provare a rientrare, ma il ritmo davanti è troppo alto.

Alessandro Tonelli (Bardiani CSF Faizanè), Samuele Rivi (Eolo-Kometa), 7,5: Sono gli ultimi fuggitivi di giornata ad essere ripresi. Bravi comunque anche gli altri attaccanti Filippo Conca (Lotto Soudal), Diego Pablo Sevilla (Eolo-Kometa) Yevgeniy Gidich e Artyom Zakharov (Astana Qazaqstan), Ricardo Zurita e Filippo Tagliani (Drone Hopper-Androni).

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